Barrette proteiche: occhio all’etichetta

Barrette proteiche, snack ricercati tra chi vuole perdere peso, integrare o spezzare la fame. Persone comuni ed atleti, immancabilmente finiscono per imbattercisi e ritrovarsi a contemplare gli espositori alla ricerca di ciò che è più adatto al fine. E la scelta è davvero estremamente ampia: cereali, muesli, cioccolato, frutta secca…

E l’occhio immancabilmente cade sulle etichette dei nutrienti e la lista degli ingredienti, talvolta così vari e diversi tra loro, nonostante la finalità delle barrette sia la stessa.

Spesso barrette reclamizzate come “proteiche” contengono solo una minima quota di proteine rispetto al totale, e altre “senza zuccheri” contengono al loro posto inquietanti quantità di dolcificanti.

Prima di capire come scegliere il prodotto meglio composto, occorre una precisazione. L’idea dello snack spezza fame infatti presuppone l’effettiva necessità della sua assunzione, vale a dire la presenza della fame che è un modo fisiologico dell’organismo di comunicarci che qualcosa nel nostro apporto nutrizionale non sta funzionando.

Lo stato di digiuno infatti permette la secrezione del glucagone, ormone che permette la demolizione delle riserve di energia, grassi in particolare, per mantenere costante il livello di zuccheri lontano dai pasti.

Affinché il glucagone si attivi, deve essere terminata l’azione dell’insulina che, al contrario, mantiene il corpo in una condizione di “costruzione”, vale a dire tale per cui lo zucchero nel sangue viene utilizzato per creare le scorte per far fronte al digiuno.

L’inserimento dunque di uno spezza fame tra i pasti, impedisce quindi l’immissione del glucagone, poiché crea un picco insulinico e rischia di compromettere lo scopo della dieta.

Ciò non significa bandire le barrette proteiche dalla dieta, ma solo, se questa è ben ideata e consumata al momento giusto, bilanciare un pasto squilibrato o fornire energie in più nei momenti di crisi.

A questo punto, la domanda è lecita: come si riconosce una barretta proteica di qualità?

E torniamo alla tabella dei nutritivi presente sulla confezione. La prima cosa da guardare, come ovvio, è verificare il contenuto di proteine. Pare una banalità, ma in commercio esistono barrette definite proteiche ma che di proteico hanno ben poco: in taluni casi non si rasenta neanche il 20%, mentre quelle meglio ideate superano anche il 75% di proteine.

Accanto alle proteine sono indicati i carboidrati totali ed è importante verificare di quali carboidrati si tratti – spesso sono distinti in zuccheri e polioli. In tal caso, sarebbe bene evitare i secondi, tra i quali rientrano i dolcificanti, anche se una componente minoritaria è ancora accettabile.

La lista degli ingredienti è di ausilio nel comprendere la qualità dei carboidrati: per capirci, la presenza di cereali integrali come fonte di carboidrati è sicuramente raccomandata.

Capitolo grassi: le case produttrici mantengono questa voce in fondo alla lista dei nutrienti, appositamente per commercializzare i prodotti tra quelli “dietetici”. Occhio di riguardo a questa voce.

In conclusione, una barretta proteica ben fatta, nella quale i nutrienti sono ben bilanciati, non è solo una valida alternativa al pasto, ma può fornire un ottimo supporto all’organismo. Il consiglio è quello di leggere attentamente l’etichetta e, nel caso in cui non si trovi un bilanciamento corretto, si può sempre ovviare col “fai da te”: uno snack proteico fatto in casa, può diventare un valido alleato, con la certezza di sapere ciò che si introduce nel proprio corpo.

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